Solitary Souls, il mio primo 8c+
posted on January, 2023

 
Situata nella falesia di Piazzole, questa linea spicca
fra le altre per grado e bellezza, ed è decisamente il
fiore all’occhiello del settore. Si trova sul lato
destro di questa fascia rocciosa e sale una sorta di
prua strapiombante per 35 metri. Lo stile di scalata è
di resistenza, in contrasto con la maggior parte delle
vie di Arco e dintorni che presentano solitamente
singoli boulderosi; è invece più simile alle spesso
decantate vie della Spagna.
Volendo dare qualche cenno di storia, la via è stata
chiodata anni fa da Nicholas Favresse ma caduta in
abbandono senza essere stata liberata. Di seguito è
stata pulita e sistemata da Lorenzo De Bonis che gli
diede il nome Capolinea, liberata poi a luglio del 2019
da Alfredo Webber che la nominò Solitary Souls. Adam
Ondra a marzo del 2022 è riuscito in una bellissima
salita a vista, confermando il grado.
Già prima di questa salita di rilievo, che era
rimbalzata tra i media del settore, me ne aveva parlato
l’amico Nicola Parziani, il forte scalatore della zona
con varie prime libere all’attivo.
A marzo dell’anno scorso ci siamo finalmente decisi di
fare un primo giro sulla via, constatando che entrambi
riuscivamo a fare tutti i singoli. La via era
addirittura più bella di quello che immaginavamo, ma il
problema è che prende il sole fino metà pomeriggio e
che quindi secondo noi era un luogo più invernale che
primaverile/estivo.
Abbiamo quindi lasciato accantonato il progetto per
qualche mese e siamo tornati a novembre con temperature
al sole ancora calde ma più accettabili. Io ero di
ritorno da un viaggio in Spagna e mi sono sentita
subito molto in forma su questo tipo di scalata,
riuscendo a concatenare la via con soli 2 resting.
Tornata da un altro viaggio, questa volta negli USA, ho
riprovato la via e i primi due giorni, subito dopo
Natale, ho faticato parecchio per ritrovare la
resistenza specifica richiesta, ma il terzo giorno c’è
stata una svolta e per la prima volta ho fatto un solo
resting. A questo punto sentivo di non esser più
lontana dal concatenarla tutta e la motivazione era
grande.
La roccia è a tratti friabile, specialmente in una
parte con cannette molto sottili e un giorno abbiamo
visto che mancava un pezzo di cannetta. Eravamo
preoccupati che magari questo rendesse la via
inscalabile o comunque molto più dura, visto che questa
sezione già era un punto chiave. Ma Nicola ha trovato
una nuova sequenza, cambiando mano sull’unica presa
decente delle cannette e questo ci obbligava a mettere
il corpo molto in laterale, cosa che però agevolava i
prossimi due movimenti. Ero stupita ed affascinata che
alla fine avevamo trovato una soluzione addirittura più
facile con una presa in meno presente.
La via parte con movimenti non durissimi ma continui e
a tratti belli lontani, dopo 10 metri si arriva ad un
primo punto di riposo. Dopo di questo c’è la prima
sezione chiave con movimenti su cannette sottilissime e
qualche tacca da stringere. Dopo il secondo riposo c’è
un movimento dove mi trovavo totalmente distesa, con
tutta la mia apertura di braccia; prendevo prima una
presa intermedia, rilanciavo e da questa posizione
totalmente distesa dovevo andare in modo dinamico ad
una tasca lontana. Seguono alcuni movimenti senza poter
dare più che una veloce scrollata alle braccia e si
arriva al vero chiave della via.
Durante il tentativo buono sono riuscita a sghisare
molto bene ai riposi, sentivo di poter ripartire quasi
del tutto fresca e in più sono riuscita a scrollare le
mani in alcuni punti dove non avevo mai sghisato prima.
In questo modo sono arrivata al chiave sufficientemente
fresca per affrontare questo incrocio micidiale, e
anche sui restanti 5 metri di scalata ho sghisato varie
volte come se riuscissi a tener molto meglio le prese
rispetto ai giorni prima. Solo mentre schiacciavo con
tutta la forza rimasta la corda nel moschettone della
sosta, sentivo come mi si stava aprendo la mano
sinistra e sono caduta nella corda con un urlo di
sfinimento che è stato seguito subito dopo da uno di
gioia!
Sono riuscita a fare la via in soli 10 giorni di
tentativi, insomma non sono molti per me, per
raggiungere un nuovo grado. A questo punto penso di
poter dire che la via si addice totalmente al mio stile
di scalata, oltre ad essere una linea estremamente
estetica in uno degli angoli più tranquilli e
panoramici di Arco.
Ringrazio Nicola per avermi ispirata a provare questa
linea e per aver condiviso tentativi e metode con me e
gli faccio i miei complimenti, visto che è riuscito a
chiudere la via a soli 4 giorni di distanza!


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